Andrea Fiorino

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NEL BUOI RISPLENDONO "They shine in darkness"

Nel buio risplendono "They shine in darkness"
A cura di Claudia Contu

«I couldn't understand the instructions I was getting [in class], so I just went out on the streets.»
(Mostly about Rauschenberg, 1975)

Nel panorama artistico attuale non c'è spazio per la poesia, per le storie, per i miti. Lo si nota nelle opere di quegli artisti che ragionano soltanto su forma, materia e tecnica, piuttosto che sul contenuto da veicolare. Sembra che l'inondazione di immagini a cui siamo sottoposti ogni giorno abbia indebolito la capacità narrativa delle persone, ancor prima che degli artisti, i quali tendono a richiudersi sul loro fare, col rischio di realizzare oggetti dalla forma di uno sterile esercizio e nulla più.
Da tutt'altra parte sta la pratica artistica di Andrea Fiorino (Augusta, 1990), giovanissimo interprete del suo tempo proprio perché dotato di un immaginario che si nutre di episodi reali, di introspezioni provenienti da una personalità pregnante e viva, sebbene malinconica a tratti, come se ne vedono poche in questo secolo di schermi e realtà virtuali, intangibili, lontane. Lo stile naïf ad una prima lettura, rivela attenzione quasi maniacale verso i materiali usati, la composizione e la linea cromatica. Tutti elementi che non appesantiscono e mai mettono in secondo piano l'importanza dell'episodio narrato.
Da un universo fantastico e tribale, influenzato da artisti come Henri Rousseau o Kiki Smith, le ultime opere di Fiorino, presenti in mostra, parlano di una quotidianità esperenziale che unisce il dato reale a suggestioni sognanti e oniriche. Sono suggestioni rese possibili da un'ampia conoscenza della storia dell'arte e della scena culturale contemporanea, ma che non vengono solo da lezioni accademiche. Vengono da “fuori”, da un orizzonte ampio, probabilmente lo stesso che insegnò a Robert Rauschenberg come si possa imparare da tutto e tutti. Nel caso di Fiorino ciò si risolve in un personale interesse che unisce spesso low e high culture, passando dagli scenari delle tradizioni del cosiddetto “Sud del mondo” – i Paesi primitivi o in via di sviluppo – a quelle della strada sotto casa a Milano, degli amici, di persone bloccate durante un loro istante privato che, soprattutto negli ultimi lavori, sembra sempre più distaccato e connesso ad un mondo intangibile e segreto. Lo dimostrano la presenza solitaria di singoli protagonisti, fra cui talvolta lo stesso artista si rappresenta, e la direzione degli sguardi che non si confrontano mai con lo spettatore, ma si rivolgono verso l'alto, verso un altrove incerto, forse in cerca di pace.

“Sometimes you ask yourself 'Where's the peace?' Everybody is always talking about peace, but, as long you find peace in what you doing then you successful, and that's what people don't realize. See, you got do stuff till where you can go sleep at night. Cause the glory is, is in you.” (Solange, Interlude: the glory is in you)

Pace, una gloria segreta e mai del tutto consapevole, ed il bianco che evade con sicurezza fra gli strumenti di Fiorino, dando alle tele e alle carte sembianze che non si può non ricollegare agli affreschi bicromi della tradizione rinascimentale italiana. Poi però emerge l'uso della matita colorata, e il colore diviene strumentale nell'aiutare l'attenzione a focalizzarsi sulle componenti d'interesse. È utilizzato come linea di demarcazione netta, in modo da far risaltare, senza coprire, la componente segnica. Vi si legge la volontà di porre il disegno al di sopra della pittura, medium di riferimento di altre serie realizzate in passato e grazie a ciò, l'uso della matita dona alle figure una carica nuova, conferendo al loro aspetto apparentemente fermo e ieratico un pathos ed un movimento inatteso. Distaccandosi dal bianco di fondo, esse sembrano protagoniste di uno schizzo della nostra infanzia. Le opere di Fiorino risplendono di spiritualità e cadute terrene, di ricordi e sentimenti puri, non filtrati, vissuti senza freno.

Andrea Fiorino vive e lavora a Milano. Laureatosi di recente in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, ha già esposto il suo lavoro in numerose occasioni, tra cui le personali “If you come back” (Abbazia di Sant'Ambrogio della Vittoria, Milano), “Paradise Lost” (Circoloquadro, Milano) e la bipersonale “Della stessa sostanza”, tenuta nei nuovi spazi di Circoloquadro, con Riccardo Gusmaroli. Attualmente, lavora con la galleria Opere Scelte di Torino , e con la galleria Circoloquadro arte contemporanea di Milano.
They shine in darkness

«I couldn't understand the instructions I was getting [in class], so I just went out on the streets.»
(Mostly about Rauschenberg, 1975)

It might seems there's no place for poetry, stories, or myths in the contemporary art scene. It looks especially evident in the work of those artists who research mostly on form, matter and tecnique, instead of thinking about the message to transmit. It is as the overlapping of images that surrounds us decreased our narrative attitude as persons, before that of the artists' who, as a consequence, tend to close themselves into the act of working without realizing the risk of making thinks that could end up as sterile exercise and nothing more.
On the contrary, Andrea Fiorino (b. Augusta, Italy 1990) is a very young interpreter of his own time, and his artistic practice moves from an imaginary made of real episodes, introspections from his own weighty and deeply intense, sometimes melanchonic, personality. A very rare thing to find in this century made of screens and virtual, intangible, far realities. His style is naïf at a first glance, but reveals soon the almost maniacal attention for the material he choices, for composition and the chromatic spectre. But those elements don't make the whole heavy, on the contrary they highlight the narration.
Moving from a fantastic and tribal universe which is influenced by artists as Henri Rousseau or Kiki Smith, Fiorino's newest artworks, on show for the occasion, talk about everyday experiences and link together fragments of the real with dreamy and onorical suggestions. Those are possible thanks to a wide knowledge of the history of art and that of the contemporary cultural scene, which he learned from outside the academy. Maybe the same “outside” from which Robert Rauschenberg learned that it is possible to grasp by everything and everyone. In Fiorino's case, this leads to his personal interest that mixes low and high culture, skipping throughout the so called “South of the world” tradition – those of the primitive or developing countries – to episodes taken by his own neighbourhood, friends' tales, representing people into their private. The last works, in particular, show an untangible personal space that is even more separated from our world and linked to another one that is hidden in secret. That's why canvases often represent a single figure – who sometimes is the artist himself – who doesn't look the beholder in the eyes, because he's concentrated to look at an uncertain elsewhere, maybe in search of peace.

“Sometimes you ask yourself 'Where's the peace?' Everybody is always talking about peace, but, as long you find peace in what you doing then you successful, and that's what people don't realize. See, you got do stuff till where you can go sleep at night. Cause the glory is, is in you.” (Solange, Interlude: the glory is in you)

Peace, a segret and never totally concious glory and white, that evades with strenght between Fiorino's tools, giving to every artwork a look which reminds me of the two-colour frescos of the Italian Renaissance period. The adjunction of crayons makes the colour help to focus on some key-zones, as a dividing line that highlights the drawing as a medium itself. Drawing is put on a higher step than painting, that was the artist's favorite medium in the previous series. Moreover, by using colored crayons, the characters are given a fresh charge, although their firm and hieratic look. They immediatly get a new kind of pathos and an unexpected kind of motion, so that they seem to leave the white background, appearing to the beholders' eyes as some drawings of their childhood. Fiorino's artworks shine with the light of a spirituality that involves even those falls to the ground, those memories of pure, un-filtered, unrestrained-lived feelings.

Andrea Fiorino lives and works in Milan. He has recently graduated in Painting at the Brera Academy of Fine Arts and has already exhibited his work in many occasions. Between his solo-shows we remind “If you come back” (Sant'Ambrogio of the Victory Abbey, Milan), “Paradise Lost” (Circoloquadro, Milan) and the bi-personal with artist Riccardo Gusmaroli “Della stessa sostagna” (Of the same matter), held into the new location of Circoloquadro. He works with Opere Scelte gallery in Turin.

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